Jazz Quintet
Vedo che funziona la distribuzione spaziale di losanghe e trapezoidi, che restituiscono una spazialità abnorme e dilatata alle figure. Il contrasto delle loro immobilità-dinamismo, corredate anche qui dal binomio vista/udito, musica e silenzio, ossimoriche presenze invisibili nel dipinto, lo amplificano nella sfera dell'immaginario 'sensitivo' e visivo. Il citazionismo è superato da una personale rivisitazione di forme e modelli passati, delle Avanguardie, per farsi chiara consapevolezza delle esigenze moderne: convivenza di più dimensioni, di molteplici strati di vita ed essenza, materia e spirito, concretezza e fantasticheria. Il sogno è ora più vicino, il bisogno di comprendere il surrazionale meglio chiarito: le diverse tonalità cromatiche che accompagnano le scene multiple e le amalgamano 'surrazionalmente' in una armonica distribuzione spazio-temporale
prof.Franco Canova [Critico d'Arte]
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